Onicopatie

L'onicomicosi

L’onicomicosi è un’infezione fungina del letto e della lamina ungueale. 
I funghi, o miceti, sono microrganismi vegetali privi di clorofilla che possono vivere soltanto utilizzando come cibo altra materia organica. Certi gruppi di funghi, generalmente classificati come dermatofiti, possiedono la capacità di metabolizzare la cheratina e in tal modo crescono e proliferano. L’unghia umana e la sua lamina costituiscono un ambiente straordinariamente adatto all’impianto dei dermatofiti, che vi si possono insediare e prosperare producendo la patologia nota come onicomicosi. Poiché tali funghi sono in grado di utilizzare la cheratina come loro fonte trofica, ne consegue che una o tutte le unghie sono esposte all’infezione.

Anatomia patologica

Dei dermatofiti associati all’onicomicosi quelli più spesso identificati nella pratica sono il Tricophyton rubrum ed il Tricophyton interdigitale. L’infezione molte volte esordisce a livello del margine distale dell’unghia e gradualmente si estende sull’intero letto ungueale e su tutta la lamina, che alla fine viene sollevata da una massa addensata di materiale sub ungueale residuo. Sulla lamina stessa possono talvolta comparire delle strie bianche, macchie giallastre o grigio-verdastre.

Terapia

Per arrestare e forse eradicare definitivamente un’infezione fungina delle unghie del piede è necessario un trattamento meticoloso e continuato per molti mesi. La cura, che va spiegata per esteso al paziente, presuppone l’impiego di fungicidi; per facilitarne la penetrazione nel letto ungueale occorre per prima cosa assottigliare il più possibile la lamina senza provocare dolore e quindi applicare un fungicida. Il trattamento va ripetuto ad intervalli mensili regolari. Il paziente deve essere informato che può rapidamente contagiare gli altri e che è di primaria importanza l’igiene personale, soprattutto per ciò che concerne asciugamani, calze e scarpe. 

L'onicocriptosi o unghia incarnita

L’onicocriptosi è una condizione patologica in cui uno sperone o un frammento ungueale, o forse una porzione dentellata dell’unghia, ha perforato il solco ed è penetrato nel tessuto circostante detto perinichio, è un’alterazione piuttosto comune e di grande interesse podologico, in quanto può limitare seriamente la deambulazione ed indurre processi infettivi severi. 
All’inizio può provocare scarsi inconvenienti ma, a mano a mano che l’unghia cresce lungo il solco, la porzione lesiva penetra ulteriormente e dà origine ad un’infiammazione acuta dei tessuti molli circostanti che quasi inevitabilmente si infettano (paronichia). 
La cute si arrossa, diventa lucida e tesa, e il dito appare tumefatto. Vi è un dolore lancinante e un’acuta dolenzia alla più lieve pressione. La presenza dello sperone ungueale impedisce, con un processo di granulazione della ferita nel solco, la normale guarigione ed è frequente un prolifico aumento del tessuto di granulazione (“ipergranulazione”) che, assieme alle pieghe ungueali tumefatte, sconfina sulla lamina ungueale, talvolta in misura considerevole, oscurandola parzialmente. Poiché l’infezione è quasi sempre presente, si può avere essudazione di pus dal solco ungueale. 
I comuni fattori predisponenti dell’onicocriptosi sono l’iperidrosi, la compressione esercitata da una calzatura incongrua, il taglio difettoso delle unghie, alterazioni biomeccaniche, a cui si aggiungono fattori come curvature patologiche, peso eccessivo e peculiarità anatomiche come un secondo dito più lungo del primo (formula digitale greca). 
L’iperidrosi determina la macerazione dei solchi ungueali, la quale può essere secondaria anche all’abuso di pediluvi caldi. 
La compressione laterale esercitata da una scarpa stretta costringe la parete dell’unghia a rovesciare all’infuori il margine della lamina ungueale, mentre la pressione dorsale esercitata dalle calzature corte spinge l’unghia ancor più profondamente ai solchi. 
Una pratica frequente è quella di tagliare obliquamente gli angoli dell’unghia, il che la fa incastrare profondamente nei solchi ungueali, aumentando il rischio di lasciare dopo il taglio uno sperone di unghia che può alla fine perforare il solco stesso; tale evenienza può avere una comparsa abbastanza rapida, specie se l’unghia è involuta. 
Per la prevenzione ed il trattamento dell’onicocriptosi, il podologo si rivela una figura di indispensabile importanza. 
Il primo passaggio che si attua è la rimozione della porzione dell’unghia che ha invaso il perionichio; il passo successivo è quello di fornire al paziente un’ortesi in silicone (divaricatore), progettata e realizzata su misura dallo stesso podologo, per evitare il conflitto tra primo e secondo dito e quindi una recidiva. 
Qualora la recidiva si verificasse, dopo un trattamento conservativo è consigliabile passare ad un intervento più invasivo, basato sull’onicectomia parziale con fenolizzazione della matrice. 

L'onicolisi

L’onicolisi è una lenta e progressiva separazione della lamina ungueale dal letto omonimo. La separazione inizia in corrispondenza del margine libero dell’unghia e prosegue in direzione prossimale. 
Eziologia: 

  • Una malattia sistemica come una cattiva circolazione periferica. 
  • Affezioni cutanee come la psoriasi e l’eczema. 
  • Traumi, l’onicolisi può prodursi in seguito ad un qualsiasi incidente traumatico. 

Bisogna porre attenzione quando l’unghia si separa, perché il letto ungueale parzialmente esposto diventa soggetto all’infezione e può mostrare segni di infiammazione.