Esame baropodometrico
Il termine baro podometro è una parola di invenzione coniata nel 1986, per individuare uno specifico strumento di studio delle pressioni plantari (Baro= pressione; Podo= piede; metro=misura).
Negli ultimi 20 anni il baro podometro elettronico si è evoluto grazie agli sforzi della ricerca scientifica ed è oggi uno strumento di valutazione utilizzato a completamento della diagnostica clinica. Le misurazioni con il sistema Baropodometro elettronico sono precise, istantanee e ripetibili e permettono di valutare l’ortostatismo e la funzionalità del paziente attraverso l’esame statico, dinamico e stabilometrico. È un sistema costituito da un “camminamento deambulatorio da 2 o 3 mt, una piattaforma di rilevazione baropodometrica (dove ci sono dei sensori elettronici capacitivo-resistivi in platino che raccolgono le informazioni dell’appoggio plantare con naturale mobilità), interfacciato ad un software di acquisizione.
I sensori:
- SensorOne: i sistemi che impiegano questo tipo di sensore permettono accurate rilevazioni di superfici e carichi espressi con risoluzione ad 1 cm 2.
- MultiSensor: i sistemi che impiegano questo tipo di sensore permettono accurate rilevazioni di superfici e carichi in alta risoluzione ogni 0.25 cm 2. I sistemi MultiSensor hanno la possibilità di integrare una cella di carico dinamica.
L’impianto consente una metodica che misura la distribuzione delle pressioni plantari nella stazione eretta, sia in fase statica che durante la deambulazione (fase dinamica), fornendo delle immagini grafiche e dei valori numerici:
- I valori delle pressioni plantari a colori (punti, isobare, hi-res, valori numerici).
- Il punto di massima pressione M.
- La superficie di appoggio totale e parziale (avampiede e retro piede).
- Il baricentro corporeo medio, di ogni singolo arto, dinamico.
- Le risultanti parziali di ciascun piede destro e sinistro.
- La lunghezza del semipasso in mm.
- La distanza interpasso in mm.
- Il numero dei passi al minuto.
- L’angolo del piede.
- Velocità media.
Procedure e metodiche
Le prove si distinguono in statiche (da fermi) e dinamiche (durante la deambulazione).
Il paziente viene fatto salire sulla piattaforma scalzo o con le scarpe, con o senza ortesi plantare, ricordandogli di assumere una posizione naturale e rilassata e lo si fa stare fermo per 5-10 secondi per valutare l’appoggio statico. Tale appoggio viene visualizzato dopo che il software ha calcolato la media delle oscillazioni del soggetto durante il tempo di acquisizione.
Successivamente il paziente viene invitato a camminare sulla pedana modulare per effettuare l’esame dinamico.
L’acquisizione inizia quando il piede tocca la piattaforma e, dopo aver memorizzato più passi consecutivi, termina quando il paziente esce dalla piattaforma.
Durante lo svolgimento del passo vengono, quindi, elaborati i centri di pressione di ciascun piede, suddivisi in 100 passi dell’appoggio (dal retro piede allo stacco dell’avampiede).
L’esame posturale può essere effettuato mediante sei test differenti in appoggio bipodalico e monopodalico (Sway Test), sia ad occhi aperti che chiusi: i dati ricavati rappresentano le oscillazioni dell’equilibrio sui piani antero-posteriori e latero-laterali, avendosi pertanto anche un esame Stabilometrico Dinamico, in quanto il poligono di appoggio è quello scelto dal paziente e non imposto entro i limiti, come la stabilometria statica.
La strumentazione consente inoltre, tramite un sistema optoelettronico (telecamera), la ripresa di un filmato, che consente, oltre all’analisi del passo, di sbobinare con sistema moviola l’atteggiamento posturale tenuto dal soggetto durante l’appoggio statico-dinamico e, mediante apposizione di marker sulla cute, di effettuare lo studio di importanti reperti anatomici in fase statico-dinamica per lo studio di dismetrie degli arti, scoliosi, intra-extrarotazioni di assi corporei, consentendo un’analisi posturale completa e immagazzinabile onde effettuare i controlli a distanza di tempo.
Analisi grafica e dei valori numerici
Sia per le prove statiche che dinamiche con o senza calzature ed ortesi, il software fornisce dei grafici e dei valori numerici di riferimento normali, che consentono il confronto diretto con quanto rilevato dall’apparecchiatura sul paziente.
I valori delle pressioni plantari sono espressi a colori e con valori numerici (sempre a colori), utilizzando una scala di paragone che va dai colori caldi (rosso, carichi forti) a quelli freddi (grigio, carichi deboli) utilizzando la visione tramite moduli quali: punti, isobare, hi-res, 3D, valori in 3D, valori in Kg a colori rilevabili sia in condizione statica che dinamica.
Il punto di massima pressione o M, rilevato con o senza calzature ed ortesi, viene analizzato tenendo conto dei seguenti parametri:
- Presenza numerica o assenza.
- Sua localizzazione topografica nella pianta dei piedi.
I centri di pressione (medio M fra i due podogrammi) e dei due arti inferiori, S e D (sinistro e destro) sono da analizzare con i seguenti parametri:
- Localizzazione.
- Equidistanza o no.
- Allineamento o disallineamento.
Importante è l’aspetto del baricentro dinamico (risultante generale), il cui parametro fondamentale è dato dall’andamento generale (quasi lineare, a salto, a zig-zag).
Le risultanti parziali di ciascun piede sono rilevabili con l’analisi dei punti. Di esse i parametri da controllare sono:
- Origine.
- Direzione (lateralizzazione, medicalizzazione, rettilineizzazione).
- Aspetto specifico (frastagliature, rientri singoli, rientri multipli, interruzioni).
I valori, espressi in millimetri, di lunghezza delle risultanti di ciascun piede, sono da confrontarsi fra i due piedi, con o senza calzature e ortesi; sono un indice di dispendio energetico e di eventuale instabilità da localizzare topograficamente fra retro, meso, avampiede, destro e sinistro.
Per i valori numerici come superficie e carico, l’apparecchiatura fornisce delle tabelle di riferimento rispetto al soggetto normale, con analisi specifica fra retro e avampiede, destro e sinistro.
Di essi deve essere rilevato:
- L’aumento (se superiore ai valori normali).
- La prevalenza (fra retropiede e avampiede, destro e sinistro).
La lunghezza del passo (LP), dall’apparecchiatura viene rilevata in realtà come semi passo (tallone destro- tallone sinistro e viceversa. Riepilogando si può analizzare come segue:
- Estrapolazione e confronto con tabelle.
- Confronto valori rilevati con e senza calzature e ortesi.
La distanza interpasso (DIP) è importante, perché ci fornisce un aspetto numerico sul fatto che la deambulazione avvenga o meno a base allarga. Il parametro è dato dalla distanza fra le mediali dei due talloni e la linea del passo.
Il numero dei passi al minuto ha, come parametri, la differenza con o senza calzature e ortesi e la sua correlazione con la velocità del passo.
L’ angolo del piede ha, come parametri di riferimento, valori di normalità: da 0 a 15° massimo.
In statica:
è l’angolo che l’asse podalico, considerato come l’asse passante centralmente al retro piede ed a metà tra il secondo e terzo dito, forma con il piano sagittale e che sperimentalmente tra gli asintomatici lo si rileva nei valori compresi tra i 5° ed i 15°.
In deambulazione:
è l’angolo che l’asse podalico forma con il piano sagittale e che sperimentalmente tra gli asintomatici lo si rileva nei valori compresi tra 1° e 9°.
In Baropodometria Elettronica Clinica Modulare, i valori delle pressioni espressi in gr/cm2 consentono di leggere la mappa plantare riuscendo ad evidenziare, rispetto al piede normale statico, zone di ipercarico o ipocarico qualora siano presenti zone con valori relativi al livello isobarico (punti a stessa intensità di carico) superiore o inferiore rispetto all’area considerata, e secondo un codice a colori che stabilisce, rispetto a studi sul normale, i livelli di pressione, come variano i carichi definibili come: forti I (rosso), medio-forti II (verde), medi III (blu).
Nel piede dinamico, nell’analisi in isobare, i punti rossi si rilevano solo nel retro piede, centralmente nell’avampiede ed infine sull’alluce (svincolo).
Il punto di massima pressione (M), deve sempre trovarsi in stazione eretta statica centralmente nel retropiede.
Dinamicamente lo ritroviamo nel retro piede (fase di attacco) e sull’alluce (alla fase di stacco). Qualora si trovi in altre zone, ha significato di alterazione della normale biomeccanica.
Per le superfici, in condizione statica deve esistere generalmente una equità fra piede destro e sinistro e ancora fra retro e avampiede:
Valori superfici (cm2)
Tenendo conto che in dinamica il soggetto normale presenta una superficie d’appoggio maggiore del 10% rispetto all’appoggio statico.
Il baricentro proiettato a terra (centro di pressione) e i baricentri specifici di ciascun arto, (S-C-D) devono, nei grafici ottenuti, essere allineati ed equidistanti fra loro, e passare approssimativamente all’altezza dell’articolazione medio-tarsica o interlinea di Chopard.
Se disallineati si può pensare ad uno squilibrio pelvico.
Nell’indagine dinamica, il baricentro proiettato al suolo è da considerarsi normale se nel grafico d’appoggio (di ciascun piede) ottenuto si rileva come segue:
- Parte da un terzo posteriore del retro piede.
- Avanza spostandosi in direzione del quinto metatarso.
- Passa poi sul quarto metatarso.
- Continua sul terzo.
- Passa poi sul quarto metatarso.
- Continua sul terzo.
- Poi sul secondo.
- Termina sull’alluce.
- Ha un aspetto continuo privo di evidenti frastagliature o rientri.
L’analisi stabilometrica (posturografia)
L’analisi stabilometrica può essere eseguita con la stessa pedana baropodometrica se in grado di fungere anche da stabilometro ovvero da misuratore delle oscillazioni posturali in posizione statica. Tramite appositi test standardizzati e l’elaborazione informatica di tali dati, l’analisi stabilometrica analizza la strategia utilizzata per mantenere la posizione, quantificando il contributo delle varie componenti del sistema posturale. In tal modo la stabilometria evidenzia eventuali problemi di equilibrio del soggetto (instabilità posturale) dovuti a interferenze vestibolari, oculomotorie, esterocettive plantari e propriocettive.
La standardizzazione del metodo di esame stabilometrico prevede il suo utilizzo nel range di età 11-65 anni. La maturazione della funzione posturale è infatti abitualmente completa verso gli undici anni e resta poi stabile sino a circa sessantacinque anni; al di fuori di tale range appaiono troppe le variabili di varia natura che si sommano nel determinare la personale strategia posturale.
Il sistema B.A.K (Body Analysis Kapture)
Il sistema B.A.K consente l’acquisizione e l’elaborazione informatica di immagini del soggetto, così da analizzarne al meglio la postura dal punto di vista biomeccanico.
È inoltre possibile effettuare la scansione elettronica della pianta dei piedi sotto carico, acquisendo e memorizzando l’immagine podalica in tempo reale. Tali dati sono utili sia a livello diagnostico che per l’eventuale costruzione di plantari.
Il Body Analysis Kapture permette di valutare con immediatezza misure ed angoli del corpo, impossibili da fissare visivamente.
Acquisisce in contemporanea le quattro proiezioni del paziente (frontale, posteriore, laterale e contro laterale). Allo scopo sono impiegate da una a quattro telecamere con puntatori laser che permettono di rilevare i dati in alta risoluzione.
In conclusione gli esami baropodometrico, stabilometrico, BAK, sono oggi strumenti indispensabili nell’ambito della biomedica posturale, in quanto consentono, all’equipe di specialisti, di elaborare con successo uno specifico programma di rieducazione posturale.
Il protocollo di trattamento include spesso la progettazione dei sistemi tutorizzandi ergonomici personalizzati.